Strage Sinnai Wiki

Strage Sinnai Wiki; La strage avvenuta a Sinnai nel gennaio 1991 costituisce ancora oggi un episodio preoccupante nella storia del sud della Sardegna. Per più di trent’anni, il terribile triplice omicidio avvenuto l’8 gennaio 1991 nell’ovile Cuile is Coccus è stato offuscato da dubbi e dibattiti. D’altro canto, nuove informazioni sul caso hanno fatto sperare in un possibile riesame della verità giudiziaria sulla tragedia.

Il predicatore Beniamino Zuncheddu, 57 anni, sospettato di essere l’ideatore del triplice delitto, è in carcere dal febbraio 1991 e sta attualmente scontando l’ergastolo. Durante la fatale escursione perirono in pochi minuti Gesuino e Giuseppe Fadda, nativi di Maracalagoni, nonché il loro dipendente Ignazio Pusceddu. A bordo di un Vespino, Zuncheddu è sospettato di aver pianificato l’eccidio e di seminare discordia tra le due famiglie di contadini, i Fadda, che possedevano il Cuile is Coccus, e gli Zuncheddu, che appartengono all’ovile Masone scusa.

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L’accusa sostiene che il motivo si inserisce in un più ampio episodio criminale in cui è stato sequestrato l’imprenditore Gianni Murgia di Dolianova. Secondo gli investigatori potrebbe esserci un collegamento tra il triplice delitto e un bandito condannato per il suo coinvolgimento nel rapimento di Murgia e morto nel 2009. La storia è resa più difficile dal fatto che Murgia è stato liberato tre giorni prima del l’eccidio dopo il pagamento di un riscatto di 600 milioni di lire.

A mettere però in discussione il luogo comune sono le incertezze successive e la richiesta di revisione del processo avanzata da Francesca Nanni, ex procuratore generale di Cagliari e difensore di Zuncheddu. Considerate le condizioni della spalla e la breve durata del delitto, sostengono che la tipologia del delitto, definito “aggressione paramilitare”, sfida l’idoneità fisica di Zuncheddu. Secondo la difesa Zuncheddu non poteva essere l’unico ideatore perché aveva un forte alibi.

Il pubblico ministero e l’avvocato sostengono che il vero assassino, o gli assassini, avevano una conoscenza dettagliata dei luoghi e degli obiettivi, mettendo in dubbio il plausibile coinvolgimento di Zuncheddu. Secondo l’ipotesi che si sviluppa, Zuncheddu potrebbe essere stato vittima di un errore giudiziario, in quanto le indagini a suo carico sarebbero state svolte apposta per distogliere l’attenzione dal rapimento di Murgia. Ci sono dubbi sull’integrità delle prime indagini riguardo a presunti collegamenti tra i complici del giudice Luigi Lombardini coinvolti in diverse indagini e il caso Murgia.

Dall’esame del caso sono emerse anche incongruenze nelle prove dei sopravvissuti, che inizialmente affermavano di non poter identificare l’autore del reato a causa di una calza sul viso. Successivamente, il testimone ha modificato la propria posizione, sollevando dubbi circa le interferenze esterne. L’unica prova contro Zuncheddu viene messa in discussione da pubblico ministero e procuratore, i quali sostengono che il testimone sia stato costretto da un agente dell’Interpol.

La difesa sostiene che Zuncheddu, non avendo bisogno di beni e non possedendo bestiame, non aveva motivo di commettere il reato. Sostengono che il vero assassino, che probabilmente era più piccolo di statura, operava nell’ombra, rendendo difficile per la vittima riconoscere il volto dell’assassino. Questo punto di vista è supportato dalla consultazione tecnica istituita di recente.

Il destino di Beniamino Zuncheddu è in bilico mentre la Corte d’Appello di Roma esamina la sua richiesta di revisione del processo. Dopo decenni di silenzio, sono emersi dubbi sui reali colpevoli e sulle motivazioni dell’atrocità, mettendo in dubbio la risoluzione della strage di Sinnai.

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