Frigerio Mario Morto; Negli annali del crimine e della tragedia, la strage di Erba dell’11 dicembre 2006 costituisce un’agghiacciante testimonianza della profondità della brutalità umana. La recente scomparsa di Mario Frigerio, unico sopravvissuto e supertestimone di quella terribile notte, segna la fine di un capitolo di una storia di violenza insensata e ricerca della giustizia.
Mario Frigerio, 73 anni, è morto a causa di un male incurabile nella notte tra lunedì 15 e martedì 16 settembre, lasciando un’eredità di coraggio e resilienza. La sua sopravvivenza è stata a dir poco miracolosa, considerando la profonda coltellata alla gola inflittagli dagli assalitori. La resilienza di Frigerio, unita all’anatomia unica della sua arteria carotide e alla convinzione dei suoi aggressori che fosse morto, gli permise di sfuggire alle grinfie di Olindo Romano e Rosa Bazzi.
La testimonianza di Frigerio ha svolto un ruolo fondamentale nel consegnare i colpevoli alla giustizia. Due settimane dopo la strage, mentre era ancora ricoverato in ospedale, raccontò agli investigatori gli eventi da incubo. I resoconti da lui forniti furono determinanti nella condanna di Olindo e Rosa, che furono successivamente condannati all’ergastolo per i loro crimini atroci.
In aula, Frigerio ricostruì vividamente la fatidica notte, identificando in Olindo Romano l’uomo che lo aggredì. L’orrore che ha provato era palpabile attraverso le sue parole mentre descriveva l’attacco: “Mi teneva fermo, mi stava a cavalcioni, sembrava avere un coltello e potevo sentire mia moglie urlare ‘no, no’.” Il racconto delle disperate grida di aiuto della moglie e della sensazione di morte imminente ha dipinto un quadro inquietante della brutalità inflitta dagli aggressori.
Per anni il trauma di quella notte perseguitò Frigerio, che definì Olindo e Rosa “bestie assetate di sangue”. Le ferite riportate durante il massacro hanno lasciato conseguenze durature, sia fisiche che psicologiche. Nonostante abbia sopportato il trauma, ha mostrato un notevole coraggio oppondosi agli autori del reato e fornendo un resoconto dettagliato degli eventi.
Ad agosto è terminato, dopo tre anni, il periodo di isolamento diurno in carcere per Olindo e Rosa. La coppia, condannata all’ergastolo nel 2008, continua a scontare la pena in carceri separate: Olindo nel carcere di Opera a Milano e Rosa nel carcere di Bollate. La loro macabra connessione dura, dato che possono vedersi tre volte al mese per un totale di sei ore.
Il movente della strage di Erba, secondo l’accusa, scaturiva da continui litigi tra le due famiglie per banali questioni di vicinato. I coniugi Frigerio, residenti al secondo piano del palazzo di via Diaz, sono diventati nel mirino perché hanno assistito allo svolgersi del raccapricciante delitto. Frigerio è stato aggredito alle spalle, mentre la moglie è stata inseguita giù per le scale e uccisa nel loro appartamento.
Mentre la comunità piange la scomparsa di Mario Frigerio, il suo coraggio e la sua onestà sono ricordati da coloro che lo hanno conosciuto. Giuseppe Castagna, fratello di Raffaella, ha espresso la sua gratitudine su Facebook, affermando: “Addio signor Mario, le sarò sempre grato per il suo coraggio e la sua onestà”. I funerali di Frigerio, previsti mercoledì 17 settembre a Montorfano (Como), segneranno la fine di un’epoca, ma il ricordo del suo coraggio resterà nella ricerca della giustizia e nel ricordo della strage di Erba.