Tristezza Blue Monday

Tristezza Blue Monday; Il Blue Monday, spesso pubblicizzato come il giorno più triste dell’anno, è diventato un argomento di discussione popolare, soprattutto il 15 gennaio di ogni anno. La psicologa e psicoterapeuta Alessandra Bondi mette però in discussione la validità di questo concetto, considerandolo più un costrutto sociale che una teoria scientificamente fondata. Secondo Bondi, l’idea di designare un giorno specifico come il più triste sembra più finalizzata a scopi sociali, ed è meglio affrontare la genuina preoccupazione per la salute mentale al di là di questi giorni inventati.

L’origine del Blue Monday risale al 2005, quando lo psicologo britannico Cliff Arnall introdusse una formula matematica. La formula di Arnall considerava fattori come il clima invernale, i propositi falliti per il nuovo anno e la difficoltà di riprendere una vita normale dopo le vacanze. Questo insieme di elementi ha portato a dichiarare che il terzo lunedì di gennaio è il giorno in cui molte persone potrebbero sentirsi particolarmente giù. Tuttavia, Bondi respinge l’idea, sottolineando che la tristezza è un’emozione fisiologica naturale che dovrebbe essere accolta, ascoltata e compresa ogni volta che si presenta.

Tristezza Blue Monday
Tristezza Blue Monday

L’impatto del tempo sull’umore è riconosciuto da Bondi, il quale osserva che una giornata fredda, cupa e piovosa può effettivamente contribuire a uno stato d’animo cupo. Tuttavia, sottolinea che la qualità delle relazioni gioca un ruolo cruciale, affermando che ci si può sentire giù anche in agosto, mese tipicamente associato alle vacanze e alla rinfrescante brezza marina.

Per quanto riguarda la depressione post-vacanze, Bondi non vede un collegamento diretto. Invece, suggerisce che il potenziale calo di umore durante questo periodo potrebbe essere dovuto alla consapevolezza che alcune aspettative per il nuovo anno non saranno soddisfatte. Non è un nuovo inizio, ma piuttosto una continuazione, che porta ad un generale senso di ansia.

La storia del Blue Monday è relativamente recente, avendo origine nel 2005 con un articolo del The Guardian collegato a un comunicato stampa di Arnall. I suoi calcoli complessi, inclusi fattori come le condizioni meteorologiche, il debito e la scarsa motivazione, lo hanno portato a identificare il terzo lunedì di gennaio come particolarmente deprimente. Tuttavia, nonostante l’attenzione iniziale, il Blue Monday è ampiamente riconosciuto dagli studiosi come pseudoscienza.

L’associazione del colore blu con la tristezza, come si vede in Blue Monday, ha radici storiche nella letteratura inglese. La poesia di Geoffrey Chaucer del 1300, “Il lamento di Marte”, collegava il colore blu alle lacrime, simboleggiando la tristezza. Nel corso dei secoli, la letteratura inglese ha continuato ad associare il blu a eventi negativi, forse influenzata dal suo legame con la malattia, la morte e persino con generi musicali come il blues.

Due canzoni intitolate “Blue Monday” illustrano ulteriormente la connessione tra il colore e la malinconia. Il primo, un successo rhythm and blues degli anni ’50, guadagnò popolarità grazie alla cover di Fats Domino. Il secondo, dei New Order del 1995, cattura l’atmosfera di un lunedì uggioso.

Nonostante le discutibili basi scientifiche del Blue Monday, esso ha inavvertitamente suscitato una maggiore consapevolezza sulla salute mentale. Gli studi mostrano un aumento delle richieste di supporto psicologico durante la settimana del Blue Monday, indicando un risultato positivo rispetto a un concetto altrimenti discutibile. Questa tendenza, osservata anche negli anni precedenti, sottolinea l’importanza di affrontare i problemi di salute mentale oltre i confini di un giorno prestabilito.

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